Monday, November 27, 2017

Perturbamento - Bernhard

|||INCIPIT

Il ventisei mio padre già alle due del mattino prese la macchina e andò a Salla, da un maestro che trovò morente e lasciò morto, e ripartì subito dopo per Hüllberg per curarvi un bambino che in primavera era caduto in un mastello per maiali pieno di acqua bollente e che ora, dimesso dall’ospedale, già da parecchie settimane era di nuovo in casa dei suoi genitori.

Girando per il forum ho trovato questo titolo che ha subito catturato la mia attenzione e non sapendo nulla della trama o dell'autore, l'ho preso in biblioteca. Son davvero felice di questa lettura spontanea, perché il libro ha saputo affascinarmi sin dalla prima riga!  Non so neanch'io bene perché, ma penso sia il modo in cui é scritto ad affascinarmi tanto e anche la profonditá di sentimenti dei personaggi principali.

|||TRAMA

Un medico condotto della Stiria, accompagnato dal figlio, fa un giro di visite: insieme a loro, dalla prima frase fin oltre l’ultima, siamo presi in un «perturbamento» che avvolge tutto. La campagna, qui, è il luogo prediletto della brutalità: dal caldo opprimente dei fienili, dove i bambini hanno paura di morire soffocati, al gelo segregato di un castello, a picco su una gola ostile alla luce: ovunque si percepisce un invito alla distruzione, un incoraggiamento all’ansia suicida. Le porte si aprono ogni volta su qualcosa di atroce: la moglie di un oste malmenata a morte, senza ragione, dagli avventori del locale; una vecchia maestra in agonia, con «il sorriso delle donne che si destano dal sonno sapendo di non avere più speranza»; una fila di uccelli esotici strangolati, perché i loro lamenti sono assordanti. In uno stile asciutto, protocollare, Bernhard elenca i relitti del dolore, finché la scansione inflessibile, martellante dei fatti lascia il posto all’immane delirio dell’ultimo infermo: il principe Saurau, raggelato da un eccesso di lucidità, scosso da un continuo frastuono nella testa, abbandonato ormai a una «micidiale tendenza al soliloquio». Nelle sue parole incessanti confluiscono e si dilatano i frammenti dell’orrore che già abbiamo traverso. Ma qui essi vengono scalzati dalla loro fissità e presi in un vortice, il moto perpetuo del «perturbamento». 

Leggendo questo libro mi sono sentita come in prima persona proiettata nella storia. Nelle descrizioni la natura é sempre piú cupa e silenziosa e questo mi ha portato a pensare al bosco  in cui vado a passeggiare a volte col mio cane. Ci sono giorni in cui mi ritrovo da sola col mio cane e non si vede proprio nessuno in qualsiasi direzione si guardi. Poi il cielo s'annuvola, tutto nel bosco diventa di conseguenza piú scuro.  Lá gracchia un corvo gigantesco. E io lentamente mi sento oppressa dalla vastitá. Questa oppressione deriva secondo me dal mio bisogno di controllare l'ambiente circostante e i personaggi di Perturbamento sembrano pervasi della mia stessa paura. Solo che io posso tornare indietro e cercare di calmarmi, mentre i personaggi di Perturbamento ci vivono giorno per giorno con questo disagio.

Il principe Saurau mi ha fatto molta tenerezza. Non oso immaginare lo stress continuo a cui é sottoposta la sua mente atterrita da quel frastuono interiore che solo lui é destinato a patire. Peró il suo monologo-fiume mi ha sfinita. 

Il personaggio che mi é rimasto piú impresso é sicuramente il figlio del dottore. Uno studente con una grande capacitá di introspezione e in grado di immedesimarsi nei panni altrui.  Mi ha colpito molto la sua decisione di scrivere al padre una lettura contenente tutti i suoi timori, speranze e punti di vista riguardanti eventi famigliari molto difficili. Penso che il padre proprio come risposta a questa lettera, decide di prendere con sé il figlio per un giro di visite e tra un paziente e l'altro gli racconta i suoi di ricordi.

|||CITAZIONI
Ciascuno di noi è completamente isolato in se stesso, anche se tra noi il legame è strettissimo. La vita intera non è altro che un tentativo ininterrotto di ritrovarci.
La mia impressione è che mia sorella si sia già troppo allontanata da noi perché noi la si possa ancora raggiungere. Tutti e due abbiamo perduto nostra madre nel momento più disgraziato, ma è probabile che per mia sorella quello sia stato un momento micidiale. All’inizio, disse mio padre, l’aveva sistemata in un collegio vicino al lago di Costanza. Ma era stata una decisione assolutamente inopportuna. Proprio il regime imposto da quelle suore severe e intransigenti l’aveva piombata in quella sua spaventosa malinconia, in quel suo stato di disperazione che da allora in poi era diventato permanente.

Un libro spettrale, quasi fosse il racconto di fantasmi del bosco. 

Voi lo avete letto? E se sí, che impressione vi ha lasciato? Cosa ne pensate del discorso del principe Saurau?

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