Tuesday, January 25, 2022

Leggendo "Denaro falso" di Tolstoj #2

Lista dei personaggi in ordine di apparizione:

Fjodor Michajlovič Smokòvnikov: direttore dell'intendenza di finanza; padre di famiglia super scorbutico e con facile inclinazione ad alzare la voce se non va tutto come vuole lui.

Mitja: figlio 15enne di Fjodor Michajlovič, un bravo ragazzo che fa scelte discutibili con l'aiuto di amici altrettanto discutibili. Ha un fratellino (Pétja) di due anni. Non sopporta il padre da cui si sente represso e incompreso.

Màchin: studente coi baffi e compagno di scuola di Mitja. Ha un'idea criminale dopo l'altra.

Zènja Jevghènij Michajlovič: proprietario del negozio di fotografia e cornici.

Ivan Mironov: contadino.

Vasìlij: portiere nel palazzo dove sta il negozio di fotografia.

Riassunto: capitoli 1-4, capitoli 5-8, capitoli 9-12, capitoli 13-16, capitoli 17-20, capitoli 21-2 (parte seconda), capitoli 3-6 (parte seconda), capitoli 7-12 (parte seconda), capitoli 13-20 (parteseconda)).

#5

Dal professore c'é tutta una festicciola con tanto di buffet. La moglie di Zenja si siede a un tavolino e gioca a carte con alcuni invitati. A un certo punto arriva quel cuore di pietra di Zènja e tutto allegro va dalla moglie a dirle che è tutto a posto, ha dato via l'assegno falso. Più precisamente l'ha usato per comprare della legna dal contadino Ivan Mironov e ha anche ricevuto 8,50 rubli di resto. :D la disonestà.. 

Leggendo "Denaro falso" di Tolstoj

Lista dei personaggi in ordine di apparizione:

Fjodor Michajlovič Smokòvnikov: direttore dell'intendenza di finanza; padre di famiglia super scorbutico e con facile inclinazione ad alzare la voce se non va tutto come vuole lui.

Mitja: figlio 15enne di Fjodor Michajlovič, un bravo ragazzo che fa scelte discutibili con l'aiuto di amici altrettanto discutibili. Ha un fratellino (Pétja) di due anni. Non sopporta il padre da cui si sente represso e incompreso.

Màchin: studente coi baffi e compagno di scuola di Mitja. Ha un'idea criminale dopo l'altra.

Zènja Jevghènij Michajlovič: proprietario del negozio di fotografia e cornici.

Ivan Mironov: contadino.

Vasìlij: portiere nel palazzo dove sta il negozio di fotografia.

Riassunto: capitoli 1-4, capitoli 5-8, capitoli 9-12, capitoli 13-16, capitoli 17-20, capitoli 21-2 (parte seconda), capitoli 3-6 (parte seconda), capitoli 7-12 (parte seconda), capitoli 13-20 (parteseconda)).

#1

Fjodor Michajlovič riceve una lettera dal governatore in cui viene accusato di essersi comportato disonestatamente. Fjodor gli risponde per le rime, torna a casa furioso per questo affronto e scarica la sua rabbia sul figlio Mitja, la cui unica colpa è stata quella di chiedergli la mancia più l'anticipo sulla prossima. Il padre gli dà una cedola di 2,50 rubli, che sarebbe la sua mancia normale, e gli fa una predica lunga una pagina sul perché non gli dà nessun anticipo sulla prossima. Il figlio lo chiama tirchio, lui lo chiama sciupasoldi. Mitja però ha bisogno di quell'anticipo perché giorni prima il suo amico Pétja gli aveva prestato i soldi per compare un biglietto per il teatro e adesso gli servono indietro.

Friday, January 21, 2022

Carne – Ruth L. Ozeki

 

Questo libro l’ho trovato per caso. La copertina mi é piaciuta subito e anche se la trama invece non mi attirava affatto, ho deciso di prendere questo libro e dargli una chance. Beef” di Ruth L. Ozeki in italiano è uscito con il titolo “Carne” e purtroppo al momento è fuori stampa.

La Storia: La storia di due donne che, a migliaia di chilometri di distanza, combattono una guerra di liberazione contro lo stesso nemico. Da una parte Jane, che una volta scoperto con quale indifferenza l’industria alimentare avvelena i suoi consumatori, sogna di poter rivelare l’abuso di ormoni nell’allevamento dei bovini, proprio con il suo programma televisivo sponsorizzato dalla BeefExport. E nel mentre dall’altra parte dell’oceano c’é Akiko, moglie del responsabile marketing della BeefExport, costretta a una resistenza passiva contro un marito che le impone di mangiare carne per irrobustirsi e dargli un figlio.
A volte sarei voluta entrare nel libro per aiutare Akiko contro quell’uomo cosí impossibile!

Nello specifico: Jane diventa regista di “My American Wife”, un programma di ricette rigorosamente a base di carne, fatto per incentivare l’esportazione di carne dagli U.S.A. in Giappone. Nel libro troviamo anche il confronto tra due culture opposte (statunitense e giapponese).


Quello che fanno gli allevatori da decenni per mantenere gli standard richiesti di produzione della carne e dei dollari da guadagnare é quasi da film horror: animali riempiti di ormoni (illegali e causa negli uomini di morte, tumori, infertilitá e molto altro) e antibiotici (!), che vengono sfamati con carne dei loro simili, vecchi giornali, spazzatura ecc.


Ben presto il libro, a prima vista leggero, diventa drammatico e una pagina tira l’altra..lo si vorrebbe leggere tutto d’un fiato! Si legge velocemente sia per l’interesse che suscita che per la scrittura facile. Affronta molti problemi: non li risolve ma ce li rammenta e forse pensandoci su si può arrivare ad una presa di coscienza su alcune delle cose che ci circondano. I temi toccati sono molti e anche forti: razzismo, aborto, violenza sessuale e ovviamente, come da titolo, il mondo dietro il business della carne.

Il Piccione – Süskind

 Il piccione è un racconto ambientato nell’arco di ventiquattro ore, in cui la tranquilla (maniacale) vita di un cinquantenne viene stravolta dallo sguardo vuoto di un piccione. <(°)
Quando gli accadde il fatto del piccione, che sconvolse la sua esistenza da un giorno all’altro, Jonathan Noel aveva già più di cinquant’anni, dietro di sé un intervallo di tempo di vent’anni circa totalmente privo di eventi, e mai avrebbe prima pensato che potesse ancora accadergli qualcosa di fondamentale se non, un giorno, dopo la morte. E così gli andava benissimo. Infatti non amava gli eventi, e odiava addirittura quelli che turbavano l’equilibrio interno e sovvertivano l’ordine esterno del quotidiano.

SE UNA MATTINA D’ESTATE UN PICCIONE…


Jonathan Noel e’ un uomo semplice, senza grandi pretese se non quella di vivere pacificamente la sua vita. Lavora come guardia giurata in una banca, socializza poco e niente, non fa del male a nessuno. E’ una persona corretta, onesta ed il suo modesto vivere viene coronato prendendo in affitto una piccola camera, che lui rende il piú comoda possibile e per mezzo della quale si ritiene assolutamente soddisfatto: un lavoro, la sua privacy, rincasare la sera con la sua cena.


Poi una mattina apre la porta per recarsi alla toilette in corridoio e chi trova: un piccione. E qui inizia il delirio che aumenta di pagina in pagina.


La paura della vita stringe le sue mani sul collo di Jonathan sempre di piú fino al momento in cui nota che sono le sue di mani a stringere. Questo grazie alla nuova paura verso il piccione. Jonathan prende in qualche modo coraggio.


E’ un libro strano che non mi ha detto nulla purtroppo. Complimenti a Süskind perché del niente assoluto ne ha fatto una storia u_ú Se mi mettessi io a descrivere cosí le mie giornate, avrei giá la libreria piena. Devo dire peró che Süskind é riuscito a farmi calare nell’ansia nevrotica del protagonista.


Mi ha ricordato tanto Kafka coi suoi racconti in cui succede l’inenarrabile, l’inaspettato per eccellenza e il tutto viene raccontato alla stregua di un incubo. E mi ha ricordato anche “Lo Straniero” di Camus in cui anche lí il personaggio vive un forte cambiamento che peró alla fine non cambia nulla (in pratica si inizia e finisce allo stesso modo). Perció state attenti la mattina quando aprite gli occhi, un piccione potrebbe giá stare in cucina a farvi il caffé.

Unknown friends #1

 

Non faccio collezioni vere e proprie, ma mi piace avere tappi di bottiglia di colore diverso nel cassetto. Prima di uscire di casa di solito ne prendo su uno in base al colore che puó passare meglio alle attività che mi aspettano fuori casa.

Ho diversi mazzi di tarocchi, ma se noto che non uso più un mazzo per molto tempo o magari non mi piace più come prima, allora lo regalo. Questo lo faccio anche con i libri.

Cerco di avere solo cose che voglio davvero e nella quantità che mi serve. Penso che in questo modo le cose possano emergere fino alla superficie della mia vita e io mi vedo circondata di ciò che mi piace.

Vedere uno spazio per me non significa doverlo riempire, metterci qualcosa, mi piace lasciare pareti bianche così che sia la mia immaginazione a rendere quello spazio completo e sempre diverso.

Look at an object, a commitment, a habit.
Does it bring tranquility or increase your well-being?
If not, let it go!