Il piccione è un racconto ambientato nell’arco di ventiquattro ore,
in cui la tranquilla (maniacale) vita di un cinquantenne viene stravolta
dallo sguardo vuoto di un piccione. <(°)
Quando gli accadde il
fatto del piccione, che sconvolse la sua esistenza da un giorno
all’altro, Jonathan Noel aveva già più di cinquant’anni, dietro di sé un
intervallo di tempo di vent’anni circa totalmente privo di eventi, e
mai avrebbe prima pensato che potesse ancora accadergli qualcosa di
fondamentale se non, un giorno, dopo la morte. E così gli andava
benissimo. Infatti non amava gli eventi, e odiava addirittura quelli che
turbavano l’equilibrio interno e sovvertivano l’ordine esterno del
quotidiano.
SE UNA MATTINA D’ESTATE UN PICCIONE…
Jonathan Noel e’ un uomo semplice, senza grandi pretese se non
quella di vivere pacificamente la sua vita. Lavora come guardia giurata
in una banca, socializza poco e niente, non fa del male a nessuno. E’
una persona corretta, onesta ed il suo modesto vivere viene coronato
prendendo in affitto una piccola camera, che lui rende il piú comoda
possibile e per mezzo della quale si ritiene assolutamente soddisfatto:
un lavoro, la sua privacy, rincasare la sera con la sua cena.
Poi una mattina apre la porta per recarsi alla toilette in
corridoio e chi trova: un piccione. E qui inizia il delirio che aumenta
di pagina in pagina.
La paura della vita stringe le sue mani sul collo di Jonathan
sempre di piú fino al momento in cui nota che sono le sue di mani a
stringere. Questo grazie alla nuova paura verso il piccione. Jonathan
prende in qualche modo coraggio.
E’ un libro strano che non mi ha detto nulla purtroppo.
Complimenti a Süskind perché del niente assoluto ne ha fatto una storia
u_ú Se mi mettessi io a descrivere cosí le mie giornate, avrei giá la
libreria piena. Devo dire peró che Süskind é riuscito a farmi calare
nell’ansia nevrotica del protagonista.
Mi ha ricordato tanto Kafka coi suoi racconti in cui succede
l’inenarrabile, l’inaspettato per eccellenza e il tutto viene raccontato
alla stregua di un incubo. E mi ha ricordato anche “Lo Straniero” di
Camus in cui anche lí il personaggio vive un forte cambiamento che peró
alla fine non cambia nulla (in pratica si inizia e finisce allo stesso
modo). Perció state attenti la mattina quando aprite gli occhi, un
piccione potrebbe giá stare in cucina a farvi il caffé.
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