Friday, February 24, 2023

Ama le persone, usa le cose - The Minimalists #2

Recensione. Riassunto: parte 1; parte 2; parte 3; parte 4.

Alcuni beni e conquiste tendono a imitare la forma della libertà – le scintillanti auto sportive, le gigantesche ville residenziali, le promozioni in ufficio – anche se spesso fanno ottenere il contrario: una finta libertà. La vera libertà non può essere monitorata su un foglio di calcolo: è un’astrazione. Ma non abbiamo unità di misura per quantificare la libertà. Ecco perché è così difficile da afferrare. Quindi ci accontentiamo di ciò che può essere contato: soldi, fronzoli e influenza sui social media, tutte cose prive del significato.

Un Rolex non ti farà guadagnare più tempo. Una Mercedes non ti renderà più veloce. E una casa per le vacanze non ti farà ottenere più giorni di ferie. In realtà, nella maggior parte dei casi è vero il contrario. Stiamo cercando di comprare una cosa che non ha prezzo: il tempo.

REGOLA DEL NIENTE DI SUPERFLUO

Tutto ciò che avete può essere diviso in tre mucchi.

Essenziale: cibo, riparo, vestiario, spostamenti, professione, educazione.

Non essenziale: non avete bisogno di un divano, di una lampada o di un tavolo da pranzo, ma vale la pena possederli se questi oggetti migliorano, valorizzano o accrescono la vostra esperienza di vita.

Superfluo: gli oggetti che pensate vi piacciano. Queste cianfrusaglie superflue spesso si mascherano da oggetti indispensabili, ma in realtà ostacolano una vita degna di essere vissuta. La soluzione è sbarazzarsene per fare spazio a tutto il resto. 

REGOLA DEL “NON SI SA MAI”

Vi state aggrappando a qualcosa che “non si sa mai, potrebbe servirmi in futuro”? Non fatelo, non ce n’è bisogno. Ecco la Regola del “non si sa mai”, nota anche come Regola 20/20. Funziona così: qualsiasi cosa veramente utile di cui vi sbarazzate può essere sostituita per meno di 20 dollari in meno di 20 minuti dalla vostra posizione attuale.

All’inizio potrebbe sembrare una regola per privilegiati. Chi può permettersi di spendere 20 dollari ogni volta che sostituisce qualcosa? Non verrebbe a costare migliaia di dollari ogni anno? In realtà no. Infatti, va a finire che raramente bisogna sostituire gli articoli di cui ci si è liberati, perché la maggior parte di essi è inutile.

Perché sembra sempre che le pubblicità a cui siamo esposti siano in uno stato di emergenza?

Attivati adesso!
Solo per un periodo limitato!
Fino a esaurimento merce!

Questi limiti fittizi urlati dagli inserzionisti sono quasi sempre inventati. La verità è che se anche “perdi” una cosiddetta occasione di acquisto, non succederà niente perché le aziende sono sempre alla ricerca di nuove opportunità per venderti qualcosa. Voglio dire, qual è l’alternativa? “Mi spiace, signora, ha aspettato un giorno di troppo per prendere la sua decisione e ora non vogliamo più i suoi soldi!” Certo, come no.

Perché, allora, quasi tutte le aziende presentano come urgenti i propri annunci? Perché questa tattica sfrutta la nostra natura primordiale: gli esseri umani prendono decisioni rapide, spesso avventate, in tempi di percepita scarsità.

Questo aveva senso quando la nostra preoccupazione numero uno era la fame; ha decisamente meno senso quando pensiamo che non riusciremo mai a possedere quel divano, quella console per videogiochi o quella pochette a meno che non approfittiamo delle occasioni scontatissime di questo fine settimana.

Vogliamo tutto e lo vogliamo subito: una casa più grande, un’auto più grande e una vita più grande; spese folli, cene lussuose e momenti degni di essere pubblicati su Instagram. Poiché siamo dipendenti dalla scarica di dopamina di ogni nuovo acquisto, non basta mai avere semplicemente abbastanza.

SEI DOMANDE DA PORSI PRIMA DI COMPRARE

1. Per chi lo sto comprando?
Le cose che possediamo non dicono al mondo chi siamo ma, purtroppo, spesso comunicano chi vogliamo essere. Quando questo accade, permettiamo erroneamente che i nostri beni diano forma alla nostra identità. Il problema sorge quando sentiamo una pressione esterna a comprare, come se nuovi fronzoli fossero una scorciatoia per arrivare ad avere una vita più completa.

Quella pressione esterna non dovrebbe essere un segnale che ci induce a comprare. Semmai è uno spunto per fare una pausa e chiederci: “Per chi lo sto comprando?”. Questa cosa nuova è per voi? O la state acquistando per proiettare un’immagine da mostrare agli altri? Se è veramente per voi – e ha senso acquistarla – allora, certo, prendetela. Non dobbiamo privarci di ciò che migliora la nostra vita. Ma se state acquistando qualcosa solo per comunicare una specie di serenità consumistica, allora state ostacolando la libertà che tentate di comprare.

2. Aggiungerà valore alla mia vita?
Questo nuovo oggetto serve davvero a qualcosa o amplifica la mia gioia in modo significativo? Se la risposta è no, allora non vale la pena comprarlo.

3. Me lo posso permettere?
Se dovete addebitare un nuovo acquisto sulla carta di credito, significa che non ve lo potete permettere. Se dovete finanziarlo, non ve lo potete permettere. E se avete dei debiti, non ve lo potete permettere. Solo perché avete la possibilità di comprare qualcosa oggi, non significa che potete davvero permettervelo. Se non potete, è meglio lasciarlo sullo scaffale.

E per quanto riguarda l’acquisto di una casa o l’iscrizione all’università? Sicuramente sono eccezioni, giusto? Anche se potrebbero essere considerati debiti diversi – e migliori, per esempio, di un addebito sulla carta di credito –, sono pur sempre debiti.

4. È l’uso migliore di questo denaro?
In che altro modo potete usare questo denaro? Quali sono le alternative? Il mio amico cantautore Andy Davis nella sua canzone Good Life canta un verso che cattura in maniera sintetica l’uso improprio dei soldi nella nostra cultura: We struggle to pay rent / ’cause jeans are expensive (“Fatichiamo a pagare l’affitto / perché i jeans costano tanto”). Certo, potreste essere in grado di permettervi quei jeans costosi, ma i soldi vi servono di più per qualcos’altro? Per esempio, un fondo di risparmio per la pensione o una vacanza in famiglia (o l’affitto)? Se è così, evitate l’acquisto e destinate la somma allo scopo più utile.

5. Qual è il costo effettivo?
Come abbiamo accennato nell’introduzione, il vero costo di un oggetto va ben oltre il prezzo nel cartellino. Per i beni che possediamo, dobbiamo considerare i costi di stoccaggio, i costi di manutenzione e i costi psicologici. Se li sommiamo tutti, capiamo il costo reale, e spesso ci rendiamo conto che non possiamo permettercelo, anche se possiamo permetterci il prezzo iniziale.

6. La versione migliore di me lo comprerebbe?
“Cosa farebbe la versione migliore di me in questa situazione?”. Se lui o lei non comprerebbe quella cosa in quel momento, allora non dovreste fatelo nemmeno voi.

No comments:

Post a Comment