Tuesday, March 7, 2023

Leggendo "Denaro Falso" di Tolstoj #5

Lista dei personaggi in ordine di apparizione:

Pjotr Nikolàjevič: proprietario terriero di grande successo. Un giorno gli rubano dei cavalli, impazzisce e si vendica sui dipendenti (soprattutto sui contadini) ogni volta che può.

Misaìl: ora fa il prete e basta, ma prima sotto nome di Michaìl Vvedjèskij era professore di religione al ginnasio. 

Ivan Cjùjev: contadino benestante; vive secondo la volontà di Dio.

Riassunto: capitoli 1-4, capitoli 5-8, capitoli 9-12, capitoli 13-16, capitoli 17-20, capitoli 21-2 (parte seconda), capitoli 3-6 (parte seconda), capitoli 7-12 (parte seconda), capitoli 13-20 (parteseconda)).

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Tra Pjotr Nikolàjevic e il resto del paese ormai scorre cattivo sangue. I dispetti non attardano ad arrivare: gli tagliano ventisette querce e bruciano un granaio non as-sicurato e un deposito. Fortuna vuole che Pjotr riceva l’offerta di fare il despota l’amministratore nella proprietà dei Liventsovy in una lontana provincia del Volga.

La tenuta dei Liventsovy é enorme, ma non da reddito e i contadini si approfittano di ogni cosa. Pjotr si mette subito al lavoro: per prima cosa fa arrestare un contadino per furto di legna nel bosco, ne bastona un altro perché non si è fatto da parte sulla strada e non si è tolto il ber-retto.

Ma le cose si mettono davvero male (per Pjotr) quando si arriva alla questione dei prati. C’è infatti una controversia tra i contadini e Pjotr: i contadini sono certi che i prati spettino a loro, ma Pjotr Nikolàjevic è di tutt’altro parere. I contadini non si arrendono e mandano lo stesso il loro bestiame a pascolare sui prati e Pjotr glielo confisca e dichiara che glielo rende solo se pagano 50 copeche per capo. Ai contadini sale il sangue alla testa e cercano di prendersi il bestiame con la forza. Pjotr cerca di andarsene, ma la folla glielo impedisce, allora ecco che parte un colpo di fucile: Pjotr ha ucciso un contadino. Ne consegue una rissa in cui Pjotr viene pestato di brutto e infine gettano in un burrone. Gli assassini furono giudicati e condannati all’impiccagione.

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Ci sono dei ricchi contadini che subaffittano dei pezzi di terra diventando così ancora più ricchi sulle spalle di contadini poveri poveri. Poi un giorno uno di essi muore e gli altri chiedono al sarto del villaggio se vuole prenderne il posto.

Il sarto accetta, ma dice di non prendere dai subaffittuari nulla di troppo, ma solo il giusto. Questa proposta lascia gli altri basiti e chiedono spiegazioni. Allora il sarto spiega che essendo cristiani devono agire secondo la volontà di Dio: questa è la legge di Cristo che si può benissimo leggere nel Vangelo. Gli altri sono adesso del tutto spaesati e il sarto propone loro di leggergli qualche passo del Vangelo di Matteo e poi discuterne insieme. Tra gli auditori solo Ivàn Cjùjev capisce davvero il senso di quanto gli è stato letto e si mette a vivere secondo la volontà di Dio. Cjùjev rinuncia addirittura a tutta la terra superflua e prende soltanto la sua parte.

Il sarto decide di continuare ogni domenica la lettura del Vangelo. E così molti cominciarono ad andare dal sarto e da Ivàn, e cominciarono a capire, e capirono tanto che smisero di fumare, di bere, di dir parolacce, e cominciarono ad aiutarsi l’un l’altro. E smisero di andare in chiesa. Il prete del paese si spaventò e ne riferì al vescovo che per riportare l’ordine decise di mandare una piega verso quelle povere anime: l’archimandrita Misaìl (già maestro di religione al ginnasio).

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Misaìl, inutile a dirsi, è contento di questa missione, lo fa sentire importante. Sente come ogni dubbio intorno alla sua fede sia sparito.

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Misaìl arriva nel paese e viene accolto con tutti gli onori. Durante la messa recita un sermone, nel quale esorta i dissidenti a tornare sulla retta via, minacciando i tormenti dell’inferno e promettendo un intero perdono ai pentiti. x_x

Misaìl chiede ai dissidenti perché non riconoscono i preti e gli rispondono che nella Scrittura sta scritto: “Avete ricevuto gratuitamente, date gratuitamente”, e i preti danno soltanto per denaro le loro benedizioni. Misaìl non si arrende, ma a tutti i suoi tentativi di appoggiarsi alla Santa Scrittura, il sarto e Ivàn tranquillamente, ma con fermezza rispondono adducendo a prova la Scrittura, che essi conoscono a fondo. A Misaìl iniziano a girare fortissimo.

Il sermone e la stangata del giorno dopo portano a una rissa tra credenti del Team Misaìl e i credenti del Team Sarto&Cjùjev. Cjùjev ne mena un sacco e a uno addirittura cava un occhio °A° Finisce con Cjùjev giudicato per istigazione e sacrilegio e condannato alla deportazione. Padre Misaìl riceve invece una ricompensa.

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